La scoperta del Craniosacrale

La scoperta del Craniosacrale

La natura non ha né nucleo né involucro è tutto contemporaneamente.”
(Goethe)

La scoperta del sistema C.S. risale agli inizi del 1900 grazie al lavoro del Dottor William Sutherland, osteopata. Sutherland fu affascinato dalla struttura delle ossa del cranio, convinto che la struttura permettesse un movimento che non si esauriva con le necessità della nascita e lo sviluppo nell’infanzia.

Iniziò quindi una serie di esperimenti su di sè, usando un elmetto di sua invenzione, con cui poteva variare e controllare la pressione sulle varie parti del cranio. La moglie collaborò prendendo nota di tutti i cambiamenti che intervenivano man mano, da quelli dell’umore a quelli di coordinazione. Questo lo portò alla conclusione che esiste un movimento cranico anche nell’adulto.

Sviluppò poi tecniche manuali per l’individuazione di anomalie nel movimento del cranio e per la loro correzione. Purtroppo mancavano al tempo strumenti scientifici in grado di comprovare la veridicità del suo lavoro e dei prodigiosi risultati che riusciva ad ottenere.

L'osservazione di John Upledger

Nel 1970 il Dottor John Upledger si trovò ad assistere un intervento di rimozione di una calcificazione sulla superficie della membrana durale spinale. Il suo lavoro consisteva nel tener ferma la membrana affinché il chirurgo potesse rimuovere la placca. Nonostante tutti i tentativi, il Dottor Upledger non riuscì a tenerla ferma, e poté osservare che questa membrana sembrava avere un ritmo proprio, indipendente da quello del cuore della respirazione.

In seguito non riuscì a trovare spiegazione a quanto aveva visto, finchè si imbatté nel lavoro del Dottor Sutherland.

Il movimento osseo del cranio

Nel 1975  il Dottor John Upledger iniziò a collaborare con un team di ricerca all’università del Michigan, con il quale dimostrò le basi del movimento osseo del cranio.
Passò quindi allo studio su crani freschi anzichè su quelli chimicamente preservati o a secco, normalmente usati per lo studio del cranio, e grazie a strumenti scientifici più sofisticati poté quindi dimostrare che le suture della testa non sono strutture ossificate immobili, bensì vive, con vasi sanguigni, fibre nervose, recettori di stiramento e fibre collagene.

Il team fu inoltre in grado di misurare ampiezza e frequenza del movimento.

La documentazione di queste ricerche fu pubblicata nel 1982, in cooperazione con il Dottor Jon Vredevoodg, nel libro “Terapia Cranio-sacrale”.